EVASIONE FISCALE, UE PRONTA A FINANZIARE IL PROGETTO DELL’AGENZIA DELLE ENTRATE

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Sappiamo che in Italia il fenomeno dell’evasione è diffuso e di difficile soluzione; nel corso degli anni vari governi si sono succeduti a cercare una soluzione se non risolutiva quantomeno soddisfacente, ma con scarsi risultati. Il problema predominante è che, pur essendo automatizzato da mezzo secolo, il Fisco italiano si è sempre basato su un sistema di controllo a posteriori, ovvero quando l’evasione si era già verificata, anziché cercare un modo efficace per prevenirla.

Il costo dell’evasione fiscale in Italia

Per cercare di contrastare questo fenomeno, che costa allo stato 190 miliardi di euro all’anno (pari a quasi il 24% del PIL, con IVA e IRPEF maggiori “colpevoli”), di recente l’Amministrazione finanziaria si è dotata di nuove armi, grazie anche ai recenti provvedimenti del Governo in chiave antievasione come l’uso dei pagamenti telematici e la tracciabilità bancaria, e ora arriva anche un apposito algoritmo del Fisco per stanare gli evasori.

La chiave di volta risiede nell’essere in grado di incrociare nel modo opportuno tutte le informazioni disponibili su un contribuente: beni posseduti, operazioni svolte e rapporti con altri soggetti. È possibile monitorare l’andamento dei flussi telematici di tutte le comunicazioni quasi in tempo reale, intervenendo in modo tempestivo, appena il sistema riconosce atteggiamenti “sospetti”.

Il progetto dell’Agenzia delle Entrate

Fatture e scontrini elettronici, liquidazioni Iva, dichiarazioni dei redditi, atti registrati, comunicazioni periodiche, operazioni bancarie, investimenti in strumenti finanziari e molto altro ancora: ormai la stragrande maggioranza delle attività economiche che svolgiamo viene registrata negli archivi informatici alimentati dai continui flussi telematici. Per analizzare questa enorme mole di dati è indispensabile ricorrere alla potenza dei computer, che però vanno “istruiti” con algoritmi ad hoc che indichino cosa cercare e i fattori di rischio da evidenziare ai funzionari come indice di una probabile evasione.

I nuovi software finanziati dall’UE

L’Unione europea finanzierà quindi il progetto dell’Agenzia delle Entrate per contrastare l’evasione fiscale utilizzando l’intelligenza artificiale. Gli oltre 3 miliardi di dati e informazioni che l’Agenzia raccoglie ogni anno saranno vagliati da un sistema automatico, che lavorerà grazie a tre strumenti principali:

  • network analysis, che permetterà di evidenziare relazioni indirette e nascoste tra le società operanti, al fine di eludere o evadere le tasse;
  • machine learning, che consentirà agli algoritmi di imparare dalle operazioni già svolte e migliorare la propria efficienza;
  • data visualization, che fornirà rappresentazioni grafiche delle analisi svolte dall’intelligenza artificiale ai funzionari dell’Agenzia.

L’idea non è nuova ma adesso sembra arrivato il momento di realizzarla: il nuovo software antievasione era stato annunciato già un anno fa ma a livello di prototipo, ma con l’emergenza Covid il tutto ha subito una battuta d’arresto. Ora l’Amministrazione finanziaria è tornata alla carica e affina le armi con nuove procedure automatizzate di incrocio dei dati, che alcune direzioni regionali dell’Agenzia delle Entrate stanno già sperimentando.

Il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, durante l’audizione parlamentare alle Commissioni riunite di Camera e Senato ha descritto il meccanismo del nuovo sistema: nel mirino finiscono innanzitutto le partite Iva di qualsiasi tipo, anche a livello di ditte individuali o lavoratori autonomi e professionisti, e il sistema informatizzato analizza tutti i dati che li riguardano presenti nei vari archivi che compongono l’Anagrafe Tributaria, comprese le relazioni e partecipazioni con altri soggetti. Le elaborazioni tengono conto di questi contatti e rapporti – dai quali può emergere, ad esempio, la presenza di conti correnti “mascherati” – e sono alimentati continuamente dai dati delle fatture elettroniche, delle dichiarazioni periodiche presentate per le varie imposte e delle operazioni bancarie realizzate nel periodo.

A questo punto, il sistema mette a punto una lista di soggetti, ordinata secondo un indice di probabilità di evasione calcolata con un punteggio attribuito dal software e i funzionari incaricati dei controlli, facilitati dall’individuazione automatica e disponendo già di una base di dati solida, potranno analizzare queste posizioni in maniera più approfondita.

La svolta predittiva

Ma l’algoritmo potrebbe operare addirittura in via anticipata, cioè in «funzione predittiva» delle situazioni a rischio: l’evasione potrà essere prevista prima ancora della presentazione delle dichiarazioni fiscali da parte del contribuente, e il Fisco sarà in grado di intervenire in maniera tempestiva anche bloccando i beni per garantire i pagamenti dovuti all’Erario.

La potenza di questi strumenti rispetto ai precedenti sinora utilizzati, come il redditometro che non a caso sta diventando desueto, è evidente. Anche il tradizionale metodo dei controlli incrociati sarà superato, o per lo meno potenziato grazie all’uso dell’algoritmo che offre infinte possibilità di mettere in relazione i dati di interesse.

Fonti: La Legge Per Tutti, Il Sussidiario, Starting Finance

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Salvatore e Carlo Iadevaia

Dottori Commercialisti e Revisori dei Conti
Fondatori dello Studio Iadevaia

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