PARTITA IVA: QUALE SISTEMA FISCALE E’ PIU’ INDICATO PER I GIOVANI?

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Per i giovani, che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, è indispensabile scegliere un sistema fiscale idoneo, in modo tale da metterli in condizione di vedere nascere, sviluppare e stabilizzare la propria attività.

Negli ultimi anni, diversi Governi hanno preso numerose iniziative per facilitare l’entrata dei giovani nel mondo del lavoro, fornendo loro maggiori mezzi e facilitazioni, incentivando l’avviamento di una qualsiasi attività professionale in proprio e/o di un’idea originale da mettere in pratica (Start Up).

 

Ma per i giovani quale regime fiscale scegliere? Esiste un regime agevolato?

In seguito alla Legge di Bilancio del 2015 è il regime forfettario che si pone, ad oggi, come unica alternativa al regime ordinario. Questo è di sicuro, il miglior regime fiscale da consigliare ad un giovane imprenditore, sia per quanto riguarda le imposte e i contributi da versare, sia per il semplice utilizzo della partita Iva.

 

Regime forfettario: cos’è e come funziona?

Il regime forfettario è un regime fiscale esente da Iva. Infatti, nelle fatture emesse non sarà presente l’Iva.

Questo permette di:

  • avere una maggiore competitività all’interno del mercato del proprio settore, poichè è possibile applicare prezzi più bassi per le proprie prestazioni;
  • portare ad un risparmio in termini di costi per la gestione della contabilità da parte del professionista incaricato.

Il regime forfettario è, inoltre, esente dalla ritenuta d’acconto in fattura, in quanto il giovane imprenditore è soggetto ad un’unica imposta sostitutiva sui suoi ricavi che dovrà versare egli stesso.

Ne consegue che su qualsiasi fattura verrà incassato il 100% dell’importo.

 

Start Up: agevolazioni fiscali

Per quanto riguarda le nuove attività “Start Up”, è prevista una tassazione che prevede un’unica aliquota al 5% per i primi cinque anni dall’apertura della partita Iva.

Quindi, se apre la partita Iva nell’anno ancora in corso, il giovane imprenditore potrà usufruire dell’aliquota start-up al 5% per gli anni di imposta 2022, 2023, 2024, 2025, 2026 e inizierà a pagare il 15% di imposte dall’anno 2028, relativamente all’anno di imposta 2027. Tale regime fiscale, deve essere scelto subito, all’apertura della partita Iva: in caso contrario, il regime applicabile si dedurrà dall’attività concludente (si precisa che il limite ricavi e compensi è di € 65.000,00, superati i quali si esce dal regime fiscale forfettario e si entra in quello ordinario).

Poiché i ricavi conseguiti ed i compensi percepiti non sono assoggettati a ritenuta d’acconto, è necessario che venga rilasciata un’apposita dichiarazione in fattura al fine di informare il cliente che si avvale di questo particolare regime fiscale: «operazione effettuata ai sensi dell’art. 1, commi da 54 a 89 della Legge n. 190/2014 e art. 1, commi da 111 a 113, della Legge n. 208/2015 e s.m. Regime Forfettario».

 

Regime forfettario: quale tenuta contabile applicare?

La tenuta contabile nel regime forfettario risulterà semplificata: non vi è l’obbligo di registrazione e tenuta delle scritture contabili, ma solamente quello di numerare e conservare le fatture d’acquisto (ed eventuali bollette doganali), di certificare i corrispettivi e di presentare la dichiarazione dei redditi nei termini e con le scadenze previste dalla Legge.

Ciò rende più facile e veloce il lavoro del contabile, con un conseguente abbattimento del proprio compenso professionale, a vantaggio del giovane imprenditore.

 

Quali contributi sono soggetti al regime forfettario?

All’apertura della partita Iva, oltre alla scelta del regime fiscale da applicare, è fondamentale scegliere il codice Ateco più adatto e attinente al tipo di attività che si intende svolgere.

Questo codice identificativo è estremamente importante perché determina il regime previdenziale applicabile:

  • se l’attività economica è di tipo artigiana/commerciale, verrà classificata tale dalla Camera di Commercio, il giovane, quindi, sarà inquadrato nella Gestione Artigiani/Commercianti dell’Inps, che prevede un versamento minimo di circa € 4.000,00 a prescindere dal reddito generato dall’attività;
  • se, invece, si tratta di un’attività prevalentemente di libero professionista che non prevede una propria Cassa di Previdenza, sarà assoggettato alla Gestione Separata Inps, che non richiede alcun versamento minimo, ma solo uno in percentuale al reddito prodotto nell’anno (circa il 28%).

Per chi adotta il regime forfettario la cui attività è soggetta alla Gestione Artigiani e Commercianti, c’è la possibilità di richiedere all’Inps, immediatamente all’apertura della partita Iva, la riduzione del 35% dei contributi da versare per i primi 5 anni di attività.

Tale scelta, tuttavia, comporta un doppio svantaggio: una diminuzione dei contributi in età pensionabile (per i 5 anni di riduzione) e una diminuzione dei contributi previdenziali deducibili in sede di dichiarazione dei redditi (per i 5 anni di riduzione).

 

Fonti: La legge per tutti, Qonto, Fiscozen

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Salvatore e Carlo Iadevaia

Dottori Commercialisti e Revisori dei Conti
Fondatori dello Studio Iadevaia

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