Lotta all’evasione: è stretta sui controlli alle Partite IVA

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Preannunciata nel 2021 una notevole intensificazione dei monitoraggi effettuati dall’Agenzia delle Entrate.

Saranno circa 340mila i lavoratori autonomi e le piccole imprese che verranno poste sotto esame nel triennio 2021 – 2023: questo è quanto previsto dal “Piano della Performance”, il documento di programmazione triennale che contiene indirizzi e obiettivi strategici ed operativi dell’Agenzia delle Entrate.

L’obiettivo generale, inutile dirlo, è quello di combattere l’evasione fiscale nella sua globalità; quello specifico si traduce in termini di cifre e prevede il recupero di 14,04 miliardi di euro per l’anno in corso, 15,36 miliardi per il 2022 e 15,32 miliardi di euro per il 2023.

Nell’occhio del ciclone saranno soprattutto i detentori di Partita IVA, sia quelli che operano con regime ordinario ma anche coloro che lavorano con regime forfettario o regime agevolato.

In particolare si farà attenzione a riconoscere e dunque sanzionare i “finti forfettari” che aderiscono alla flat tax ( l’aliquota unica al 15%), ovvero i lavoratori autonomi che, grazie alla complicità dell’azienda di appartenenza, hanno apparentemente lasciato il precedente rapporto di lavoro di dipendenza semplicemente per rimodularlo secondo un regime fiscale più conveniente. 

Allo stesso modo verrà fatto un attento esame per individuare i professionisti che non hanno presentato ladichiarazione dei redditi o la dichiarazione Iva dopo aver inviato lo spesometro o aver ricevuto compensi da un sostituto d’imposta.

Lo strumento che aiuterà l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza nell’identificazione degli evasori sarà la “Superanagrafe dei conti correnti”, ovvero un database che consente ai due organismi di confrontare i loro dati effettuando uncontrollo incrociato che rende possibile il monitoraggio di tutti i movimenti in entrata e in uscita  dei conti correnti degli italiani senza però violare il diritto alla riservatezza.

Nel registro sono comprese le carte di credito e le carte di debito che mostrano come viene utilizzato il plafond di spesa, l’importo complessivo degli acquisti effettuati e quello delle ricariche  delle carte acquistate, il saldo contabile d’inizio e fine anno e  l’importo totale di tutti gli addebiti e gli accrediti .

Sempre grazie a questo efficace strumento, l’Agenzia delle Entrate potrà  verificare il possesso di fondi comuni di investimento, il totale del contratto di gestione e quindi anche l’importo finale delle sottoscrizioni di quote nell’anno e dei rimborsi. Infine saranno effettuati controlli anche sui depositi titoli.

Fonti: Il Sole 24ore, Sky tg24

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Salvatore e Carlo Iadevaia

Dottori Commercialisti e Revisori dei Conti
Fondatori dello Studio Iadevaia

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